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Laura Lambroni. Tra Contemporaneità e Memoria.

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La minuziosità del manufatto nelle opere di Laura Lambroni ha un sapore antropologico che fissa con grazia le fila di tutta la storia della civiltà. Da Puabi a Teoloinda , tutta la sua ricerca verte verso una forma sofisticata di arte concettuale che riesce a fondere con storie e memorie senza tempo.  Donne e preziosi, ma soprattutto dettatagliate ricostruzioni di oggetti sacri e profani, caratterizzano l'indagine artistica che si sviluppa come un intreccio di microcosmi in cui eterno presente e futuro si integrano rafforzandosi in un idillio alla nostra memoria atavica con riferimenti contemporanei.

Mussolini o Armory Park Avenue?

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Di recente non scrivo sul blog, perché non riesco a mettere insieme una frase d'esordio che sia d'effetto. Una di quelle frasi che mi faccia venire la voglia di rileggermi, già dal primo rigo. Eppure, ed ultimamente lo uso spesso, quasi ad intercalare, avrei una decina di argomenti su cui scrivere, nonostante il lavoro si accumuli e i viaggi si moltiplichino. New York. New York. Ho ancora il jet lag nella testa e nel fisico, davvero stanco , per queste ultime tre settimane. Ma dire che sono stressata, mi sembra un offesa, a tutti gli altri che vivono precari e infelici senza passione. Certo è, che ultimamente sono precaria anche io. Imprevisti, deviazioni, spostamenti, ritardi, traslochi da iniziare, altri da finire. Un caos stanco ma convulso, un insieme di entropia e sintropia. Ordine e disordine, in cui però Manhattan continua ad essere una costante.  Una costante fatta di poche ma solide certezze, come Armory Park Avenue che i primi di Marzo di ogni anno, diventa uno show c

Scoperti e Riscoperti. (Breve viaggio in un polo fieristico).

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Tutto ciò che non è immediato é nullo. È nell'immediatezza dello stupore che risiede la vera essenza della scoperta di un' opera d'arte.  Qualcosa di tanto intimo, da annidarsi in quella foresta che è la nostra psiche senza più uscirne. Una voce smorzata come il rumore del vento in un tono che sorprende, e talvolta si disperde. Perché le opere d'arte sono prima di tutto emozione. E l'emozione arriva subito all'occhio, che è la  sentinella del cervello, che ne viene subito colto e ammaliato. E nell'istante successivo ti viene voglia di afferrarla, l'opera d'arte, di toccarla, in un turbine di curiosità che è fascinazione e voglia di scoperta. Ma la consapevolezza, quella viene in un secondo momento ed è difficile spiegarle le opere d'arte , a parole, se ne può dare in ragguaglio in base alla propria memoria,a volte storica. Le fiere d'arte oggi, come i Salon Parigini, ieri, sono un turbinìo di emozioni fugaci, talvolta indelebili, in cui sc

Quel che resta di Gennaio. Massacro Corsaro.

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Trovo talmente impersonale dover scrivere di certe mostre e certe fiere d'arte che faccio mio il pasoliniano ricordo che l'arte non è il controllo amministrativo della vita. Monito ch'egli imparò da Roberto Longhi, che grande tra i grandi di cose ne sapeva parecchie e di visioni argute ne ebbe sempre tante.  In una nazione che si reputi per lo meno civile, e a bando le idee e le posizioni politiche di sorta, la storia dell'arte dovrebbe avere più che una funzione velleitaria e l'arte contemporanea dovrebbe essere maneggiata da sempre meno persone e di conseguenza diventare elitaria. Basta con queste amenità sull'arte a tutti e per tutti. Perché non è per tutti e non lo sarà mai. Basta con questi artisti sedicenti e altrettanto sedicenti galleristi, curatori, critici, e bla bla bla. Basta perché oggi l'arte volteggia sopra gli orrori di un abisso.  Salvatore Settis, qualche settimana fa scrisse un editoriale per il sole24h della domenica in cui l

Jose Molina : "uomini e altri Demoni" in Galleria Deodato Arte Milano.

La sterpaglia del delirio e del mito. La natura sacra e segreta dove si raccolgono le azioni e i desideri del puro uomo naturale. I mali del mondo che potremmo perfino, vedere e risconoscere anche nella vita quotidiana, se solo i nostri occhi avessero la capacità di sceverare il minuscolo.  E' questo che mi viene in mente, dopo tutti questi anni, a proposito dell'artista Jose Molina.  Ho sempre pensato, che nella sua produzione artistica ci sia qualcosa di impudente e affligente. Qualcosa che va oltre la mera rappresentazione estetica, qualcosa che ha una vibrazione così forte, così urgente, tanto urtante. Si, urtante. Perchè come scrissi qualche anno fa, il tratto pittorico di Josè non è fatto per coloro che si affidano all'arte ancora con le idee del bel dipingere.  Ma piuttosto scardina ogni mente umana mostrandoci il misterioso intriseco che irresistibilmente attrae. Scrivo di nuovo sul lavoro di Josè, dopo un interruzione di quasi un anno, in occasione de

Libero Ai Wei Wei. Liberi tutti.

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Ho sempre pensato , con indubbio candore, che l' arte non dovesse erigersi a manutengolo di una fazione politica ne tantomeno semplificarsi in banali e malconce denunce sociali senza una consapevolezza d utilizzo dello strumento arte come parola. Questa bizzarra convinzione l ho maturata col tempo, approcciandomi dopo anni di studio d arte antica o classica, fate voi, all'arte moderna e contemporanea in cui sembra essersi persa una certa bussola d orientamento in quello che potrebbe essere definito "il bello per il bello". Mi sono ampiamente scontrata con me stessa in questi anni, avviandomi,a tratti, verso una quasi chiusura nei confronti di molti artisti contemporanei ai quali, quasi per preconcetto non ho mai indagato sino in fondo. Ma oggi sono qui a scrivere di Ai Wei Wei, che con qualche mio professore della vecchia scuola, ho quasi imparato a demonizzare senza conoscerlo. Errore gravissimo, alla quale poche settimane fa, sono riuscita a porre rimedio.

Tribute in Light. 11 Settembre memorial by Paul Myoda.

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Il terrorismo uccide. Il terrorismo ha ucciso. Il terrorismo può uccidere ancora. É questo il mood di oggi, mentre si avvicina quella data indicibile e indimenticabile, non solo per gli Americani che é l'11 settembre. Un nuovo mostro inventato, nutrito, allevato come una serpe in seno é questo maledetto e instabile terrorismo che ci viene a sorprendere fin dentro le nostre case, fin dentro le nostre anime. Un'invenzione tanto reale da far male soprattutto nei ricordi di chi un pezzo di cuore l ha perso quell undici Settembre. Il patriottismo americano, in passato l ho sempre trovato a tratti stucchevole.. sono degli yankee, figli di una terra senza storia e l'unica storia che hanno sempre conosciuto é stata la conquista, il sopraffare le altre civiltà per imporsi e alla fine quasi deporsi. L ho capito con il tempo, abitandolo questo grande, grandissimo Paese, che loro meglio di noi invece sono figli di grandi uomini dagli altrettanti valori patriottici da Roosevelt a