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Visualizzazione dei post da 2017

Laura Lambroni. Tra Contemporaneità e Memoria.

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La minuziosità del manufatto nelle opere di Laura Lambroni ha un sapore antropologico che fissa con grazia le fila di tutta la storia della civiltà. Da Puabi a Teoloinda , tutta la sua ricerca verte verso una forma sofisticata di arte concettuale che riesce a fondere con storie e memorie senza tempo.  Donne e preziosi, ma soprattutto dettatagliate ricostruzioni di oggetti sacri e profani, caratterizzano l'indagine artistica che si sviluppa come un intreccio di microcosmi in cui eterno presente e futuro si integrano rafforzandosi in un idillio alla nostra memoria atavica con riferimenti contemporanei.

Mussolini o Armory Park Avenue?

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Di recente non scrivo sul blog, perché non riesco a mettere insieme una frase d'esordio che sia d'effetto. Una di quelle frasi che mi faccia venire la voglia di rileggermi, già dal primo rigo. Eppure, ed ultimamente lo uso spesso, quasi ad intercalare, avrei una decina di argomenti su cui scrivere, nonostante il lavoro si accumuli e i viaggi si moltiplichino. New York. New York. Ho ancora il jet lag nella testa e nel fisico, davvero stanco , per queste ultime tre settimane. Ma dire che sono stressata, mi sembra un offesa, a tutti gli altri che vivono precari e infelici senza passione. Certo è, che ultimamente sono precaria anche io. Imprevisti, deviazioni, spostamenti, ritardi, traslochi da iniziare, altri da finire. Un caos stanco ma convulso, un insieme di entropia e sintropia. Ordine e disordine, in cui però Manhattan continua ad essere una costante.  Una costante fatta di poche ma solide certezze, come Armory Park Avenue che i primi di Marzo di ogni anno, diventa uno show c

Scoperti e Riscoperti. (Breve viaggio in un polo fieristico).

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Tutto ciò che non è immediato é nullo. È nell'immediatezza dello stupore che risiede la vera essenza della scoperta di un' opera d'arte.  Qualcosa di tanto intimo, da annidarsi in quella foresta che è la nostra psiche senza più uscirne. Una voce smorzata come il rumore del vento in un tono che sorprende, e talvolta si disperde. Perché le opere d'arte sono prima di tutto emozione. E l'emozione arriva subito all'occhio, che è la  sentinella del cervello, che ne viene subito colto e ammaliato. E nell'istante successivo ti viene voglia di afferrarla, l'opera d'arte, di toccarla, in un turbine di curiosità che è fascinazione e voglia di scoperta. Ma la consapevolezza, quella viene in un secondo momento ed è difficile spiegarle le opere d'arte , a parole, se ne può dare in ragguaglio in base alla propria memoria,a volte storica. Le fiere d'arte oggi, come i Salon Parigini, ieri, sono un turbinìo di emozioni fugaci, talvolta indelebili, in cui sc

Quel che resta di Gennaio. Massacro Corsaro.

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Trovo talmente impersonale dover scrivere di certe mostre e certe fiere d'arte che faccio mio il pasoliniano ricordo che l'arte non è il controllo amministrativo della vita. Monito ch'egli imparò da Roberto Longhi, che grande tra i grandi di cose ne sapeva parecchie e di visioni argute ne ebbe sempre tante.  In una nazione che si reputi per lo meno civile, e a bando le idee e le posizioni politiche di sorta, la storia dell'arte dovrebbe avere più che una funzione velleitaria e l'arte contemporanea dovrebbe essere maneggiata da sempre meno persone e di conseguenza diventare elitaria. Basta con queste amenità sull'arte a tutti e per tutti. Perché non è per tutti e non lo sarà mai. Basta con questi artisti sedicenti e altrettanto sedicenti galleristi, curatori, critici, e bla bla bla. Basta perché oggi l'arte volteggia sopra gli orrori di un abisso.  Salvatore Settis, qualche settimana fa scrisse un editoriale per il sole24h della domenica in cui l