Vivre sa vie. Questa è la mia vita, dice il cinema.



Mi hanno insegnato a guardarlo il cinema. Per davvero.
Mi hanno insegnato che non ci si deve alzare prima della fine dei titoli di coda. Ma soprattutto mi hanno educato ad un cinema da cahiers du cinema con tutto ciò che ne consegue.
E così, ho imparato che "Orson Welles è il cinema", e che senza Dziga Vertov, Jean Luc Godard non sarebbe stato altro che un più leggero ma meno insopportabile Bernando Bertolucci. Che " Professione : reporter" a parte , pesa parecchio.
Ma che Bertolucci sia un maestro, almeno per longevità di carriera è senza dubbio vero, ma come dire, a me risultano pesanti i suoi scimmiottamenti continui di un cinema a cui si riferisce giungendo sempre allo stesso finale quello del :  "vorrei ma non posso". Come se non ci voglia una certa
eleganza pure nel riferirsi. O soprattutto.
Alcuni mesi fa, mi sono imbattuta in una classe di studenti di un'accademia d'arte. Fu un breve incontro durato quanto il piano sequenza della scena finale de "I Quattrocento colpi" di Trauffaut.
Il livello d'istruzione di quei ragazzi, era molto simile a quello di Antoine, il malcapitato ragazzino protagonista del film. Ma ormai non ci si aspetta molto da nessuno, neanche da chi le studia per scelte queste materie. E' un'approssimazione in divenire continuo, in cui meno dimostri di sapere, più hai coraggio di mostrarti.Ma la retorica al cinema non piace, nonostante sia finito per farne tanta con il cinema di sperimentazione.
Si parla moltissimo del cinema e le arti, ma cosa significa?. Cinema fatto d'artisti? Eppure, credevo che ormai fossero considerati artisti anche i registi. Mi torna in mente la bellissima frase di Alain Robbe Grillet,per il quale il cinema è morto e ciò che resta sono solo gli specialisti del cinema.
Eppure, qualche nostalgico come me, la cui visione di un mondo a colori con una realtà in bianco e nero alla Wim Wenders, c'è, e se la ricorda ancora, e la Nouvelle Vague più che come una corrente, la intende come uno stile di vita.
Oggi, molte cose del cinema sono cambiate e molte sono sparite. Certe teorie e tecniche di linguaggio sono state sovvertite, alcune talvolta superate, certe tematiche fin troppo sviscerate,da perdere nel sentimento. Tanto che s'è perduto il senso del del cinema d'autore, così come il gusto stesso di un'esperienza al cinema.  E l'ho perduto anch'io, sostituendolo con il comodo Ipad sul comodo divano, perchè ultimamente più che "guardare" si "prova a inizare a guardarlo" un film, e sempre, sostituendo l'attesa della scoperta con spoiler, recensioni e commenti occasionali sui social. Questa rubrica non nasce con l'intento di "recensire" nuovi o vecchi film, ma nasce con la voglia di raccontarlo il cinema che ha dato vita a questo cinema. Un cinema che prende forma nelle ombre della caverna di Platone, che inizia a definirsi nelle grande vedute degli ottocentisti e continua fino a prendere vita con i Fratelli Lumiere, e che poi è tutto un susseguirsi di scoperte e avanguardie.
Vivre sa vie. Questa è la mia vita, dice il cinema.








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