A proposito di... il Fenomeno Deodato Arte




Nuovamente ho abbandonato il mio blog, e non perchè non avessi nulla da dire, ma  perchè al solito sono devota ma senza costanza. Tuttavia da un paio di settimane mi è venuto da pensare, che noi tutti, oggi, italiani o no, se si escludono alcuni del mestiere, o pochi artisti o altrettanto eletti, abbiamo dell'arte un immagine non messa a fuoco, piuttosto sbiadita, collegata non so a quali pensieri di grandezza, sicuramente pensieri che sono ben lontani dai concetti di grazia e armonia. Qualcosa di più simile ad un fenomeno, che non importi quanto duri, si tratti di meteora o stella fissa. Qualcosa che si allontana dalle tensioni dei nostri giorni, dalle asprezze, dalle disarmonie e dalle violenze, insomma dall imperfezione dell'epoca in cui viviamo.
E ciò, a pensarci bene, non mi sembra poi così tragico, sicchè ho sempre sostenuto che l'arte non abbia una funzione politica, finisce per averla, per la sua bellezza, la sua grandezza e questo ce lo hanno insegnato Michelangelo, Leonardo e più recentemente Pasolini, che attraverso l'arte hanno raccontato la vita di tutti i giorni e per questo hanno avuto una funzione sociale, ma non politica. Su queste idee, i miei pensieri oscillano e mi pongo la domanda banale : che cosa s'intende oggi per arte contemporanea? Ma soprattutto le miriadi di addetti ai lavori che tutt'oggi sembran comparire come i funghi che idea hanno dell'arte che producono, propongono, comprano e diffondono?
Ad oggi, ed in maniera imminente non è dato saperlo... mi accorgo però, che nel corso degli anni, tutti,questo mondo dell'arte sono riusciti ad interpretarlo nei modi più svariati ,tanto da riuscire ad esaurire ogni innovativa intuizione, vagando senza meta senza riuscire a rinnovarsi nell'aspetto e nell'offerta.
Un fenomeno quotidiano, di cui tutti ne sembrano pasciuti sin dalla nascita.
Curatori, critici, galleristi, artisti e pedanti collezionisti che in questo generale periodo di crisi, che per fortuna sembra ormai agli sgoccioli, si danno da fare per "la loro migliore offerta", non curandosi di molti aspetti fondamentali, senza  i quali , la maggior parte delle volte si scivola in plateari fallimenti. Ed è così che ci ritroviamo con artisti mediocri, curatori e critici improvvisati, art dealer perditempo e galleristi con l'acqua alla gola che magari incolpano il fato senza fare ammenda delle proprie mancanze.
Ma del resto come Eraclito da millenni suggerisce : "il carattere dell uomo è il suo destino".
Ovviamente tra queste righe si sott'intende che anche la sottoscritta si sia impelagata in avventure artistiche fallimentari, spinta da entusiasmo effimero o vattelapesca, ma per fortuna, per me, si contano sulle dita di una mano sola.
A fronte di ciò, io stessa, mi guardo bene dal caderci ancora, stando così molto attenta a valutare dai fatti e non dalle parole. Oggi c'è tutto un mondo che pontifica il nulla, e credetemi a lungo andare diventa deleterio. Così mi chiedo, ma come possiamo, noi tutti, far fronte a questi pericoli e cercare di vivere e non sopravvivere in questo momento di crisi per troppa saturazione di offerta?.
Per chi non ha mai visto una mostra nelle gallerie di Milano, della Deodato Arte, ma si è fermato sull'uscio ad ascoltare i mormorii, giudicando il poco appeal dello spazio, ovvero il contenitore, vorrei dire che la realtà del successo e della fortuna di questa galleria e soprattutto del suo gallerista, sta nel fatto che il termine qualità, non può avere nel campo alcun significato universale ma ne ha solo uno, particolare e specifico : il contenuto.
E non importa se l'artista giapponese del momento Tomoko Nagao, ci piaccia più o meno rispetto allo spagnolo Josè Molina, o alla mostra dedicata alla Nord Corea, queste sono generalizzazioni che non significano più nulla, assolutamente nulla, E questo perchè l'arte oggi non s'impone come canone estetico unico da seguire, e non me ne vogliano i miei adorati Winchelman, Longhi, e vattelapesca; ma oggi il gusto è qualcosa che forse solo Kant è riuscito a spiegarci, e ve lo semplifico distinguendolo banalmente in gusto oggettivo e soggettivo. Perciò il gusto è soggettivo, e chi compra, badate bene oltre al gusto personale però tiene in considerazione un mondo di pensieri che alla fine lo porta a scegliere una galleria piuttosto che un'altra.
Ma facciamo un passo indietro,a  prima delle mie divagazioni mentali. In questo periodo generale di crisi delle gallerie d'arte contemporanea , soprattutto o forse solo in Italia, a cosa invece è dovuto il fenomeno Deodato Arte?
Semplicemente, io credo, che il lavoro ideato, portato avanti e studiato da Deodato Salafia, sia qualcosa di più simile ad una continua esperienza che possa sempre rinnovarsi, di mostra in mostra, di progetto in progetto, con maggiore o minore intensità, richiamandosi ad un'enorme varietà di motivi, davanti ad ognuna delle opere esposte.
Ed  per questo che provo un senso di speranza e di sollievo quando vedo gente che si affolla alle mostre alla Deodato, per vedere come volontario approfondimento del guardare, come ricerca di un significato.
Lo so, o almeno lo immagino, che molti dei miei colleghi, da quando a Milano è scoppiato il Fenomeno Deodato Arte, ne approfitteranno per quanto gli sarà possibile, di questa occasione, con mancanza di umiltà o di amore per l'arte stessa, fate voi, per far sì che se ne parli, tornando di nuovo ad erigersi come quei famosi pasciuti dell'arte di cui vi ho accenato poc'anzi. Ma questo sarebbe il male minore, in un mondo come questo in  cui il disinteresse sempre crescente per le opere va di pari passo con il crescere dell'interesse per quelli che si chiamano i chiacchiericci o peggio i giudizi di convenienza, cioè per quell'atteggiamento che oggi ci ha portato alla completa dissociazione fra opere, critica, storia dell'arte o del collezionismo che sia. Un divorzio che però sembrava ormai definitivamento sancito, prima del Fenomeno Deodato Arte. Che per quel che se ne possa dire, sarà pur commerciale, ma del resto è ciò di cui per far andare avanti la catena di montaggio che è l'arte contemporanea necessita: Perciò perchè essere ipocriti, e mi riferisco agli altri, quando è palese che anche voi le vetrine della vostra galleria la mattina le tirate su per vendere. Ma del resto, il fenomeno Deodato Arte, ne ha portato in auge un altro molto più antico : quello della volpe che non riesce ad arrivare all'uva perciò è acerba. e che visto da fuori, mi diverte devo dire, non poco, moltissimo.
Spero , però che dell'occasione di questo fenomeno che è Deodato Arte ne approfitti quella folla di visitatori che dimostra così concretamente di prendere parte ad un nuovo modo di fare e proporre arte in maniera intelligente. Forse a pensarci bene, al fenomeno Deodato manca ancora, per essere completo un Manifesto dell'entusiasmo, che è una delle qualità migliori che tutt'oggi gli permettono di andare avanti con serenità.
Del resto, se tra tutti queste mie divagazioni e giri di parole non avete ancora capito dove sta la differenza tra il successo della Galleria Deodato, e l'insuccesso generale, il consiglio è : Quando vi svegliate la mattina, pensate a come vendere un quadro in più, o anche più di uno, piuttosto che guardare il vicino, tanto la sua erba sarà sempre più verde.

Ps : il fenomeno Deodato Arte è fatto ovviamente di nomi di persone che ogni giorno si prodigano affinchè la macchina di produzione sia sempre in funzione, perciò un accorto saluto va a : Marzia, Elisabetta, Alessandro, Stefania, Carlotta, Greta,....e tutti gli altri.


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