La Serenissima in attesa

Venezia, La Serenissima, La Dominante, La Regina dell'Adriatico.
Venezia, appoggiata sul mare, una dolce ossessione per turisti innamorati e giovani yankee americani.
E ancora Venezia, la città di Giacomo Casanova, di Tintoretto, Tiepolo, Tiziano e Canaletto ma anche di Peggy Guggenheim., in questi giorni si strapopola di nuovi vecchi turisti. Quelli del mondo dell'arte contemporanea ma soprattutto quelli dell'arte "astratta", sedicente, millantata, mai studiata. Addetti ai lavori, sedicenti curatori,insignificanti e grandi galleristi altrettanti insignificanti e grandi artisti che vi si recano per quella kermesse chiamata Biennale di Venezia.
Dal 1895 continua senza tregua ad essere tra le esposizioni d'arte una delle piú antiche. Voluta da certi intellettuali Veneziani la Biennale ad ogni edizione si espande sempre di piú, e tutti  impazzano tra mostre, vaporetti , feste e palazzi in cui si sente ancora l'odor dell'acqua alta.
Mi piace Venezia, é una città emozionante, ma non per questo esclusivamente legata solo all'amore tra fidanzati. Perché ci sono tanti modi per amare, altrettanti per provare emozioni e chissà cos'altro.
Mi piace Venezia, anche se effettivamente, se ci penso bene, non penso a lei come la città dei fidanzatini, ma come la città delle emozioni contrastanti, delle mille donne a cui Casanova aveva infranto il cuore e ancora a Peggy Guggenheim che tutti gli artisti aveva ai piedi. E non parliamo di artisti come certi di quelli che girano oggi : senza grazia, senza classe, senza charme e senza genio. Parliamo di quelli delle Avanguardie, di quelli del Dada, del Surrealismo e della Scuola di New York. Di quegli artisti che oggi ti fanno studiare sui libri di scuola e tu ci pensi e li immagini con tanta grazia e tanto zelo. Artisti come Pollock, Ernst, Picabia, Duchamp, Braque Picasso e Dalí che ella conobbé, amò, rifiutò. Fu nel 1948 che alla biennale, la Guggenheim esponendo la sua collezione portò in Europa le opere di Rothko, Still e Pollock che tra tutti preferiva. E oggi vi ritorna il caro buon vecchio Pollock con un murales tanto bello,  da tutti adorato, in occasione di questa nuova edizione della Biennale .
Mi sto per recare anche io nella Serenissima, per questa Biennale cosí ambita. Ma mentre mi preparo al viaggio mi chiedo se al giorno d’oggi in cui occorre parlare di musei del presente, biennali dell’adesso e padiglioni del subito, vi sia ancora posto per la qualitá. A me, ultimamente, tutto pare una fiera della quantità, perché ciò che importa é essere in tanti, esserci tutti. E lo vedo nelle fiere mostre mercato nazionali o internazionali che siano.
Non saprei cosa aspettarmi da questa biennale dell'adesso, magari  qualche qualità, ma di sicuro tanta quantità. Di sicuro so cosa mi aspetta adesso, una tisana alla melissa che ne attenui l'attesa e rilassi la mia enorme confusione di emozioni che contrastate si dimenano.

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