Da Armory Week a Miart con gli artisti di Piero Atchugarry Gallery. Part 2


Mancano pochi giorni all'apertura della nuova edizione di Miart 2016, tanto alte le aspettative, che senza ombra di dubbio verranno ampiamente accontentate.
Il Miart è la fiera per eccellenze in Italia, e non me ne voglia Bologna che ormai è stantia con i fianchi un po' molli, ma Miart brilla di una luce diversa, più nuova, più seducente, più internazionale.
Abbiamo constatato che molti anzi troppi artisti italiani in cui magari riponiamo ogni giorno tante speranze, una volta varcato il confine non esistono, hanno un presente talmente piccolo che se li cercate nei risultati delle aste il nome ve lo porta come un errore. Per fortuna però Miart, la fiera della bella Milano, si guarda oltre e indaga finalmente gli artisti del panorama internazionale che hanno un vero presente, e mi riferisco in questo caso a Brookhart Jonquil, giovane ma ormai affermato, artista americano che ho avuto modo di conoscere personalmente un mese a incontrare all'art fair Pulse New York, alla quale era presente con un Solo Show.
Portato già in Italia lo scorso Novembre dal suo Gallerista Piero Atchugarry ebbi modo di approcciarmi alle sue opere d'arte luminose durante Artissima a Torino.
Una vera meraviglia per me fu scoprire i suoi lavori, così lontani dagli standard classici a cui siamo abituati  così pieni di forza, di luce e di ingegno. Come Lescher, Jonquil mi fa guardare all'opera d'arte da un nuovo punto di vista che stimola il mio desiderio di scoperta ma soprattutto di indagine sul cosa possa davvero essere considerata opera d'arte o meno.
In attesa di vedere le sue opere nello stand della Piero Atchugarry Gallery a Miart, condivido con voi l'intervista che gli feci a New York.






 D: Come hai iniziato un percorso nell'arte contemporanea?

 R: "Vengo da una famiglia molto artistica da generazioni. L'arte era una parte normale della mia infanzia, non ricordo un momento senza di essa. Così come un percorso, si potrebbe dire che nell'arte ci sono nato, anche se avevo circa 20 anni quando ho preso la decisione di dedicare tutta la mia vita all'arte. Sono sempre stato propenso alla filosofia e per me essere un artista significa libertà di seguire la verità ovunque essa conduce, attingendo a qualsiasi disciplina, dandogli qualsiasi forma è necessaria".

D:  I Tuoi Lavori Sono tanto belli e affascinanti quanto complessi nella loro composizione, qual'è il processo per realizzare una delle sculture tue?


R: "Grazie mille. La complessità nel mio lavoro in realtà si pone nella ricerca della semplicità assoluta. Le mie sculture sono spesso complicate, non c'è nulla di frivolo, nessuna parte che non è essenziale per l'unità del pezzo.
Un sacco di tempo del mio processo è a tempo indeterminato : lettura ricerca-, parlare con gli amici, la sperimentazione di materiali, le forze, e luce- fuori di tutto questo arriverà un'idea per un pezzo. Di solito comincio con la scultura chiaramente nella mia mente, e può rimanere lì per un lungo periodo di tempo prima che ne faccia un modello o disegno. Quando decido di fare un pezzo, al fine di conoscere le misure e gli angoli, lo edifico prima con un programma di modellazione architettonica. Quindi nel momento in cui inizio a tagliare legno, metallo, o vetro, per me è già quasi completato".


D:  Da dove nascono i Tuoi Lavori? E l'utilizzo delle Forme Geometriche?


R: "La geometria è l'idealizzazione della forma, nel suo senso puro non esiste nel mondo, ma possiamo usarla per aiutarci a capire le relazioni nello spazio e con il materiale. Sono sempre interessato a questo problema- il modo in cui comprendiamo la perfezione, e come si cerca di lavorare all'interno della realtà fisica per materializzare un ideale. Cerco di avere una comprensione della assoluta di cio che può esistere in qualcosa di immateriale come la geometria, ma che non può essere percepita direttamente,  per creare quella esperienza per lo spettatore attraverso materiali fisici.


D:  Hai vissuto negli Stati Uniti per tutta la vita, pensi di essere presente nelle fiere italiane sarà importante per la tua crescita professionale?

R: "Certo, e sono molto eccitato per la poesia e la sincerità nel lavoro che  provenie da tutta Italia e felice di far parte di quella conversazione. Sono anche contento perché la famiglia di mia madre proviene dall' Italia, così forse  passerò più tempo e vedere i miei parenti un po 'più spesso".



D:  Come è stata la tua esperienza recente in Pulse New York? Che aspettative avete da parte del pubblico italiano per la prossima fiera Miart, dove i lavori saranno in mostra con la galleria Piero Atchugarry?

R:"Pulse ha avuto molto successo. E 'stato un solo show in cui abbiamo messo molta cura e veramente mostrato il lavoro, che è stato molto ben accolto e la fiera è andata bene in ogni modo. E' difficile per me immaginare come sarà Miart  non sapendo molto dell'Italia e di Milano, ma sono molto felice di essere rappresentato dalla Galleria  Piero Atchugarry, credo che l'abbinamento mio lavoro con quello di Artur Lescher  sarà molto interessante, lui è più vecchio e più affermato di me, ma ci sono chiaramente forti legami tra il nostro lavoro".


D : Ci parleresti dell'opera Più Complessa Che hai Realizzato e dei Tuoi progetti futuri?


R: "Il pezzo più complesso è stato certamente "Mai Pari o Dispari", una grande installazione nella Galleria di Emerson Dorsch a Miamo nel 2011. Il pezzo è una stanza ripiegata su se stessa come attraverso uno specchio, ogni oggetto si interseca con una copia speculare di se stesso. Abbiamo costruito un enorme pavimento di cemento inclinato nello spazio con un tavolo, sedie e altri oggetti appesi da esso. Ogni angolo di piegatura e di intersezione era un composto da uno, niente era semplice. Abbiamo anche costruito un muro con una presa di corrente a testa in giù  per la lampada a testa in giù.
Alcuni prossimi progetti su cui sto lavorando coinvolgono vetro trasparente. Ha così tante interessante proprietà - è sia riflettente che trasparente, così come un'immagine può contenere lo spazio davanti, dietro, così come in sé. Sono stato anche molto interessato alla forza di gravità e la tensione, e in processi generali che si sentono allo stesso tempo ancora e sempre attivo. Come il problema della complessità e semplicità, sono uniti insieme in modo essenziale"






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