Quel che resta di Gennaio. Massacro Corsaro.




Trovo talmente impersonale dover scrivere di certe mostre e certe fiere d'arte che faccio mio il pasoliniano ricordo che l'arte non è il controllo amministrativo della vita. Monito ch'egli imparò da Roberto Longhi, che grande tra i grandi di cose ne sapeva parecchie e di visioni argute ne ebbe sempre tante. 
In una nazione che si reputi per lo meno civile, e a bando le idee e le posizioni politiche di sorta, la storia dell'arte dovrebbe avere più che una funzione velleitaria e l'arte contemporanea dovrebbe essere maneggiata da sempre meno persone e di conseguenza diventare elitaria.
Basta con queste amenità sull'arte a tutti e per tutti. Perché non è per tutti e non lo sarà mai. Basta con questi artisti sedicenti e altrettanto sedicenti galleristi, curatori, critici, e bla bla bla. Basta perché oggi l'arte volteggia sopra gli orrori di un abisso. 
Salvatore Settis, qualche settimana fa scrisse un editoriale per il sole24h della domenica in cui l'arte dovrebbe essere come una sorta di educazione civica. Belle e buone speranze le sue, che per primo però dovrebbe rendersi conto, che a "fare"  questo mestiere non sono i bravi e illuminati discenti Normalisti, con cui ha avuto a che fare per la maggior parte della sua carriera, ma bensi gente che non ha studiato, gente che ha studiato poco e male, gente che presuppone, improvvisa e chissà che altro. 
Ecco, il mio non voleva essere un monito, voleva essere un tranquillo contenitore per descrivere qualcosa che ho visto, ma l'indole sanguigna ha prevalso e non c'è stato molto da fare. Peccato. Eppure, qualche cosa può ancora salvarsi. Scrivo dall'alto delle mie convinzioni , e forse non mi accorgo che qualcosa si può ancora scorgere da questa immensa muraglia di nebbia. 
Certo è, che non bisognerebbe finire con il pensare platonico che le arti siano un inganno. Una teoria antica alla stregua di certi più moderni pensatori che del fenomeno della devianza televisivo e artistico fecero il loro pane quotidiano 
Eppure, ancora una volta, tutto potrebbe essere relativo. Certo che dovremmo essere stufi di dover considerare l'idea di dover sentirci chiamare colleghi da chi la storia dell'arte non l ha studiata, da chi l'anatomia non la sa maneggiare, e ancora da chi nel  mercato dell'arte non si sa destreggiare. 
Una mancanza di tatto infinita penserete voi, per chi in queste righe si riconosce come dall'altra parte. Ma non è colpa di nessuno se non della democrazia stessa, applicata però solo ad alcune discipline. Non ho appurato la stessa quantità di improvvisati, così tanto accreditati, nelle materie giuridiche e scientifiche. Tanto per fare un esempio. Nonostante siano più antiche , forse, dell'arte stessa.
La noia,il tedio di Baudelaire, la Nausea di Sarte, cosa ci hanno lasciato? ...
La mia , non vuole essere una spavalda offesa, la mia non vuole essere nemmeno una verità assoluta, ma mi chiedo come facciano certuni a recarsi a Bologna, magari andare a vedere le statue di compianti del Quattrocento senza , magari, aver letto il vangelo. 
E non mi venite a dire che certi manuali religiosi non servono a niente, o che sono una cattolica fanatica, perché io , il Corano, le varie tesi buddiste e altro ancora li ho letti, per conoscenza, per voglia di capire, per guizzo velleitario e perché se non si conoscono le basi delle altre civiltà come facciamo a rimaneggiarla la storia dell'arte a memoria?. 
Perché per essere critici d'arte bisogna sapere tante storie. Ed io non so come facciate a parlare o peggio ancora a scrivere di certe cose se poi non sapete nemmeno che Kant fu uno di quelli che l'idea di opera d'arte la sovvertì quasi per intero. 
E non so perché bisogna far vedere di sapere sempre meno o accontentarsi di qualcosa che ci non ci piace, e mi viene in mente il tormento di Delacroix mentre lavorava ad una delle sue ultime grandi opere. Era dalla pittura assillato e tormentato in mille modi come l'amante più esigente.  Da lei e per lei voleva il meglio. 
Ecco , bisogna essere esigenti. Bisognerebbe esigere sempre il massimo già delle piccole cose,perché fidatevi che chi si accontenta non gode, come del resto avviene ai "fruitori" dell'arte contemporanea, che sono più asettici del termine stesso e fanno accapponare la pelle. 
Dovremmo rileggerci un po' di cartigli di Delacroix a George Sand in cui gli parla della sua pittura erotica, dello struggimento e della morbosa voglia di non accontentarsi mai.
 Dovremmo che è diverso da vorremmo. 
Sono, tuttavia, però contenta, di un certo bel numero di collezionisti che conosco,seguo e frequento che non si accontentano, che sono stufi di una certa improvvisazione amatoriale da parte di artisti, galleristi , curatori e critici meteore. Perché la crisi la si supera con la qualità e quando non è capita , la qualità, non bisogna affliggersi ma cambiare prospettiva e "fruitori".  E niente contro chi sa meno di altri, ma ci vuole educazione anche a non saperle certe cose. Ci vuole l'umiltà che io ho sempre avuto e che continuo ad avere, nei confronti di chi mi ha insegnato e ancora mi può insegnare tanto. La mia cara, carissima Marta M.,  me lo ripeteva sempre che "si impara fino alla bara".  Ma torno sulla questione dell'educazione del non sapere. Perché è questo che manca , sempre per colpa della famosa democrazia che ha dato la parola a tutti. Ecco che mi torna in mente il grande insulto di un artista di pessima educazione intellettuale (sul resto non lo conosco, non mi pronuncio), che qualche giorno fa, trovai a profanare con avida ignoranza , certe tradizioni massoniche inglesi e scozzesi. Se ne faceva pregio del suo medaglione, con ciò che ne poteva seguire.. Misteri, logge, compassi e via discorrendo. 
Trovo aberrante per un certo tipo  di 'intelligenza doversi prendere la briga di assistere a certe mediocrità culturali dedite solo ad un certo tipo di pubblicità. Eppure chi lo supporta e compra questo genere di artista, qualche idea non dico leggendo Borges o vattelappesca , ma basandosi su sulla più comune ratio dovrebbe pure farsela. Di un artista che con il pensiero non mi supera, io che me ne faccio?. 

Pensavo che dopo giorni di meditazione sul cosa scrivere o non scrivere riguardo a certi poli fieristici , qualcosa di roseo mi sarebbe venuto in mente.., ed invece ecco quello che è più simile ad un massacro corsaro.

In fede,

Mariella Casile 




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