Fiera che vieni, Fiera che vai.


La superficialità mi disturba, sempre.
La me devota ma senza costanza, ha sempre così tanto da dire che alla fine finisce sempre per scrivere poco e niente. Ma questo perché manca la voglia, manca lo stimolo giusto.
Questo inizio d'anno, al solito, è saturo di buone intenzioni e ottimi propositi, ma mi conosco e so bene che solo la metà , se non un quarto di questi buoni propositi andranno a buon fine così come le intenzioni. E non perché non lo voglia davvero.
Questo 2016 però, mi sembra essere iniziato con il piede sinistro, quello giusto. Non ho rotto nessun piatto o altro come augurio per il nuovo anno, ma sono moltissime le cose che ho lasciato nel 2015 e che non mi appartengono più. E non parlo di oggetti materiali, di quelli dopo il grande furto subito a fine agosto, ho imparato a non curarmi o meglio a non pensarci più se non come a oggetti effimeri che in un certo periodo della nostra vita, decidono di andar via, prendere altre strade, e non perché qualcuno, come è successo a me, ce li sottrae, ma perché forse appartenevano ad un altro percorso, ad un vecchio stile di vita. E così mi ritrovo con meno borse Hermes e più sentimenti.
Quest'anno però, per me si è chiuso e riaperto in bellezza, con una bella influenza febbrile catartica che si è portata via tutti i dolori affettivi che hanno turbato il 2015. Perciò mi sono lasciata alle spalle persone mediocri e affetti malati, per giungere ad una nuova consapevolezza. Questo è successo anche alla me nel mondo dell'arte. O ancora meglio, nel mio mondo dell'arte. Fatto di scoperte, di massacri ma soprattutto di abbandoni, di nuovi stimoli e nuovissimi inizi.
Ho capito però che un blog con post costanti, non fa per me, ma questo direte voi lettori, lo sapevamo da subito, già dal nascere di questo blog stesso, ma non importa, è sempre bene ricordarlo. Eppure avrei avuto moltissimo da scrivere, eppure non l'ho fatto. E questo perché c'è un tempo per ogni cosa, e ad oggi, non era per me il tempo di scrivere.
Gennaio è iniziato e tutto il mondo dell'arte, effettivo o sedicente, freme per nuove fiere, con la speranza di captare nuovi contatti, nuove vendite, nuove affermazioni sociali e non.
Ogni Fiera ormai, soprattutto in Italia, la trovo ripetitiva. Tutti a gareggiare con l'opera più bella degli stessi artisti, i soliti, perché ormai solo in pochi ci provano a rischiare proponendo nuovi artisti mettendoci la faccia. E così ci troviamo in padiglioni fieristici pieni e stracolmi della stessa roba che gira tra mercanti, galleristi e collezionisti come una moda. E si sa a me le mode non piacciono. E non parlo dei grandi, ormai, classici intramontabili come Fontana, Morandi, Massironi, Pomodoro etc etceterali, ma mi riferisco a quegli artisti, alcuni fortunati viventi, che fanno i record nelle aste locali e non,e che tra qualche anno tutti avremo dimenticato. Tutti tranne i collezionisti che invaghiti dalla tendenza ci avranno speso una considerevole somma di denaro.
Io non credo nelle Fiere D'arte come uno dei punti di riferimento nel mercato dell'arte. Ci credo invece in quanto punto d'incontro, di scambio di idee opinioni e soprattutto in quanto posto in cui trovare Gallerie che offrano al mercato nuove scoperte e non vecchi e stanchi quadri che ormai girano di fiera in fiera alla ricerca disperata del collezionista di turno che dopo aver trattato il prezzo fino all'osso finalmente se lo porta a casa. Questa mi sembra di più una svendita della bellezza. Ed ecco qui che la mancanza di stimoli di cui parlavo prima mi coglie.
Da settembre ad oggi, avrò visto e partecipato ad una decina di fiere, Da Londra a Bergamo, passando per Parigi Torino e Verona, ed altre ancora mi aspettano. L'imminente Bologna, Arte Fiera la vecchia signora, che più invecchia e più la trovo stantia, commerciale e senza sentimento. La parte del contemporaneo è tutta una fuffa. La vecchia Signora, che è Arte Fiera, ci sta gabbando anno dopo anno, per ciò che riguarda il contemporaneo, e noi non ce ne vogliamo accorgere. Intoccabile però rimane per i mostri sacri che ogni anno si riuniscono nella parte del moderno, la cui qualità è sempre altissima. Ma ad ogni fiera si deve una delusione e anche una scoperta. Ed è questo il bello, in fondo in Padiglioni tanto grandi, qualcosa che gratifica gli occhi e la ragione la trovi sempre. E quest'anno a Verona ho trovato il lavoro di ricerca, a mio dire d'avanguardia internazionale, del giovane Gallerista Piero Atchugarry. E' giovane Piero, pieno di vita, buoni propositi, e tante idee.
Ed in questo periodo in cui abbiamo bisogno di Biennali dell'oggi e Fiere dell'adesso, il suo lavoro di Gallerista giovane ed appassionato è una nuova speranza per tutti quelli che ci credono ancora in un Collezionismo che sia sempre all'avanguardia pieno di nuovi stimoli e nuovi canoni estetici.
Gli artisti che Piero tratta, vengono dal mondo internazionale dell'arte contemporanea, sono artisti che lavorano con nuovi supporti, sperimentano nuovi linguaggi con dedizione e talento. Vedendo il suo stand ad Artissima Torino, questo Novembre appena passato, non solo l'ho trovato tra le nuove proposte il più interessante fra tutti, ma era pieno di luce, la luce del successo.
Figlio d'arte, Piero nel mondo dell'arte ci ha sempre vissuto. Un retaggio il suo che si evolve ogni giorno, e che si distacca dall'essere riconosciuto come figlio d'arte,e che lo porta ad avere un'identità propria ed unica come Gallerista.
Forse quest'anno la vecchia Signora a Bologna avrà nella sezione del contemporaneo qualcosa che sia finalmente nuova, e non le solite cose trite e ritrite che ti fanno girar gli occhi.
Eppure Arte Fiera Bologna rimane un mito, un mito per la massa s'intende,l'elitè dei collezionisti è stanca di dimenarsi nel caos delle fiere a vedere sempre la stessa roba e non trovare nuove scoperte, perciò si riversa all'Estero, dove i Galleristi non hanno timore di investire sul nuovo per paura di un mancato guadagno, e perciò ogni stand può essere davvero una nuova scoperta. Ciò che mi sorprende difatti, è la quantità di collezionisti e curiosi italiani che incontro alle fiere e alle mostre all'estero. Mi diverte e mi sorprende perché mi fa capire quanto sia importante per un collezionista definire a 360° il mondo dell'arte oggi, non rinchiudendosi solo in Italia. Certo che alla fine finiamo per incontrarci tutti e riconoscerci sempre negli stessi posti, sempre negli stessi giorni. Miami, Basilea, Hong Kong,Istanbul, New York, Londra, Parigi, Maastricht, Milano, Verona, Bologna etc etc, quello che speriamo sempre però e di non incontrare sempre le stesse proposte commerciali. Vedremo se questo 2016 porterà un po di coraggio a tutti quei Galleristi dell'arte contemporanea di investire su qualcosa di  nuovo e di interessante, o sarà un altro anno passato a dimenarsi tra le stesse opere tra una fiera che viene e una fiera che va.

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