Il giorno del Silenzio o de Il giuramento degli Orazi - Sliding doors

Al silenzio nel giorno del Sabato Santo, segue la Notte di veglia, "la veglia madre di tutte le veglie" (Sant'Agostino) per commemorare la Resurrezione di Cristo. Come fedeli pellegrini dinnanzi all'altare del Redentore, aspettiamo che le nostre candele si illuminino, per vincere le tenebre, per vincere con Cristo quella nemica chiamata morte, e come pellegrini speriamo in quel Cristo che da un millennio torna a salvarci.
Speranza di salvezza da ogni peccato, speranza che i nostri desideri più segreti e intimi vengano esauditi, e le nostre preghiere vengano accolte.
Ma in cuor mio mi chiedo : Vorrei essere salvata?
Credo che ci sia un profondo bisogno di salvezza che abita il fondo del cuore di ciascun essere umano, ma che a stento riusciamo ad accettare. Teniamo questo bisogno di salvezza nell'abisso dei nostri cuori e rigorosamente evitiamo di pronunciare questo bisogno innato, per paura di ammettere le nostre debolezze.
Oggi  nel giorno del silezio che precede la veglia, ho perduto un'affetto.  Uno di quegli affetti in cui avevi sperato, in cui in una notte con troppa luce ne sei rimasto folgorato, come accecato.
Si dice che la speranza sia l'ultima a morire. Ma oggi, per me forse è morta. C'è un limite al male che due esseri umani si possono fare?.
Oggi dall'amore sono passata definitivamente all'inferno senza fermate intermedie. Avevo visto la montagna e c'ero voluta salire, ma a metà sono stata scaraventata giù. Così come le cose che si fanno e basta, senza una motivazione che possa ancora motivare come tutto questo livore, questo ingarbugliarsi di incomprensioni, malintesi, etcetera e etceterali ebbe inizio.
Mi hanno sempre insegnato che prima di giudicare un uomo bisognerebbe camminare per tre lune dentro le sue scarpe, e ancora di male non fare paura non avere e che chi semina vento raccoglie dolore. Ma fino ad oggi, nessuno mi aveva detto che giudicare un uomo senza conoscerlo è il peccato di tutti i peccati, il peccato originale, senza via d'uscita a pensarci bene anche il più umano e che con costanza a volte compiamo anche giornalmente. In questa notte di veglia, di resurrezione, forse più che alla  speranza dovremmo votarci a non giudicare senza conoscere, nella speranza di venire salvati affinchè vengano esaudite le nostre preghiere. Sembra tutto un concatenarsi di reazioni e conseguenze, perchè, in fondo è così, sin dall'inizio dei tempi : chi semina vento raccoglie dolore.
Ma chi ha voluto bene a qualcuno affidandosi a lui completamente, dandogli la totale fiducia che gli veniva chiesta, e ancora chi ha continuato ad avere fede contro tutti e contro tutto in quella persona, in questa notte santa si chiede: merita ciò?
Il dolore che si prova per la perdita, senza motivo apparente, di  una persona che era a noi cara, è talmente forte che a volte taglia il respiro e scatena delle reazioni violente e di vendetta che ci allontanano dalla luce.
Dentro di noi vive il male e il bene, l'uno cerca di prevaricare l'altro in una continua lotta a chi dei due soccomberà per ultimo. Sono mesi che cerco di far soccombere il male che scalpita ma più mi trattengo più questo si diffonde attorno a me e al mio affetto sparito, dannato, ammalato. Esattamente i mesi sono tre, ma a volte, quando ci penso, è come se fosse tutto un unico straziante, lunghissimo giorno, fatto di silenzi assordanti, lamenti, litigi pensati e sognati ormai quasi tutti realizzati,  sentimenti impazziti che passano dall'odio al bene e viceversa, come un valzer infernale tra il nulla e l'addio. In questi tre mesi ho cercato nel silenzio una via d'uscita. Non parlandone con nessuno, non avendo nessuno a cui dirlo, sarebbe passato velocemente, avrei dimenticato e niente avrebbe fatto più male. Ma avevo fatto i conti senza l'oste e il sentore della perdita definitiva pesava nella mia testa finchè non è avvenuto.... Un castello grande quanto il mare, quello fatto di bugie, falsità e inganni. e mentre credevi di aver trovato un amico, dagli occhi pieni di grazia, dalle braccia forti e dalle belle promesse, le bugie si raddoppiavano. Hanno iniziato a trafiggermi di notte a Parigi, come un giudizio universale incombevano su di me, ed io lì sola ed inerme li accoglievo, nella speranza di poter dimenticare e ricominciare. Ci ho provato, ma non funziona. Niente sembra funzionare quando il cuore è debole. Non mi piace, scrivere le mie cose su un blog. Detesto che chiunque possa leggere e magari i più arguti possano capire la genesi di questo dolore. Ho taciuto, e continuerò a farlo perchè non c'è cosa più brutta che mettere in bocca di altri i propri sentimenti, i propri dolori, i propri tormenti.
Mi tormento ogni giorno per questa perdita. Più che la perdita in sè, ciò che brucia come fuoco ardente sono le bugie. Perchè dover mentire? Perchè sparire senza una vera motivazione? Perchè non affrontare?  di teste sotto la sabbia, continuano ad essercene sempre di più, una quantità di struzzi che si moltiplica di giorno in giorno, e per loro non ci dovrebbe essere redenzione. Eppure ci insegnano a perdonare il prossimo, sempre, ma ad essere intransigenti con noi stessi, ma a  quale fine?
Oggi nel giorno del silenzio, nella settimana santa, nel giorno di Passione, di Morte e Resurrezione, dovremmo chinarci dinnanzi al Redentore morto per noi, e morire un po con lui. Morire e rinascere, lasciandoci alle spalle qualcunque cosa ci abbia recato dolore. Perdonando. Perchè nella vita tutto torna, come un boomerang impazzito che ti rende giustizia, divinamente.
Io non voglio giustizia, io avrei voluto solo sincerità, solo amore, lo stesso che io devotamente gli davo ogni giorno, senza fare molte domande. Un giorno forse nemmeno molto lontano, riuscirò a marginare questa ferita, per il momento mi piacerebbe dirgli,basta dolori, basta telefonate senza senno, telefonate bugiarde e vendicative. Solo silenzio, solo perdono. Perchè quando hai voluto bene a qualcuno col cuore, difficilmente smetti.
Questo post si autodistruggerà nel giro di poche ore.

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