Der Sturm di Espressionismo Astratto: Cinque buone ragioni per un Non Blog - Parte Seconda



Tutto il mondo ha un blog. Scrive, pubblica, fotografa per raccontare e raccontarsi, impressionare o impressionarsi dalla piccole cose quotidiane fino ad arrivare a quegli enormi pensieri sulle questioni contemporanee e vattelapesca. 
Io non ho mai avuto un blog, il perché è semplice : sono incostante. 
Devota, ma senza costanza, forse per compensare l'ardita fiamma della mia tenacia. 
Tamerlano il Grande,tra i più,voleva la Persia ma come la ottenne.?!?.. Questo non ci è dato approfondirlo,ma sicuramente avrà avuto costanza..  
Oibò! 
La costanza  di scrivere è in eugual misura e strettamente legata alla voglia di voler descrivere qualcosa di sensato condivendola con estranei, e non sempre ne  sono colta, perché alcuni post sono nostri, ci appartengono semplicemente. Nessuna violazione. Al contrario della violazione ai canoni che la rivista Der Sturm fece nel 1919 quando vide i natali in una Berlino inconsapevole. Ai tempi, le menti erudite del nostro Paese italiano, scrivevano sagaci ne La Voce, e per una volta erano arrivati prima dei tedeschi, soprattutto nei contenuti, ma forse non abbastanza!! 
La rivista "Der Sturm" diede spazio alle riproduzioni delle grafiche espressioniste, e segnò l'inizio di quello che fu una delle correnti più intense dell'arte contemporanea : l'espressismo astratto. E lo aveva ben capito il critico d'arte yankee Alfred Barr che già nel 1929 aveva usato il termine espressionismo astratto riferendosi alle opere di Kandinskij che si erano lasciati alle spalle ogni riferimento al mondo reale, per poi, col tempo far riemergere tutto ciò durante una tavola rotonda al Moma di New York nel 1950. 
In quella occasione il pittore americano Willem de Kooning, disse: "Se noi stessi ci diamo un nome è la fine" in tutta risposta ad Alprhed Barr in occasione della tavola rotonda in cui il direttore del Moma insisteva nel dire che almeno una volta nella storia bisognerebbe che gli artisti fossero responsabili del nome che gli viene dato.
 Barr osservava infatti che la  maggior parte degli "ismi" (impressionismo, cubismo) nell'arte nascevano da nomi che critici avevano coniato spesso con intenzione derisoria.
Qualche anno dopo nel catalogo "Cubism and Abstract Art" , Barr distingueva dal punto di vista formale due tradizioni dell'astrattismo. 
La prima tendenza diffusasi a partire dalla Prima Guerra Mondiale, ed era caratterizzata da figure rigidamente geometriche, a suo dire, prendeva le mosse da George Seraut e Paul Cezanne, passando per il cubismo, cosí giungeva le correnti geometriche e costruttiviste presenti in Russia e Olanda. La seconda corrente, marginale fino a poco tempo fa ci dice Barr, trova la principale fonte d'ispirazione nell'arte e nelle teorie di Gauguin e della sua cerchia e spazia dal Fauvismo di Matisse,all'espressionismo astratto della pittura d'anteguerra di Kandinskij.
Lo scritto di Barr, possiamo considerarlo profetico  per tutti quegli artisti che nei decenni successivi si sarebbero riconosciuti nella Scuola di New York. Con il tempo la definizione coniata da Barr, finí per imporsi, invece la denominazione "Scuola di New York"  finí per essere di carattere prettamente geografico.
Dalla lontana Berlino qualcosa arriva ancora oggi, ogni qualvolta volgiamo lo sguardo ad un espressionista astratto. 

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