Au revoir! divagazioni prima di un viaggio.

La possessione della gelosia l'ho presa da D'annunzio.
Ai tempi in cui leggevo l'Innocente e le Vergini delle Rocce non avevo diciotto anni ancora e già mi immaginavo a soffrire quella tortura senza nome che torce le membra.

Basta parlare di Parigi. L'esperienza di un viaggio allieta la mente per una razione di tempo circoscritta dopo bisogna passare ad altro per non annoiarsi e non inaridirla, la mente.

Non abbiate timore, non condividerò tutti i miei spostamenti con voi, solo i più significativi o quelli che raffiorano nella mia mente ricordi, sensazioni narrabili. 
Mi preparo a due nuove partenze, di cui non credo scriverò ,sempre,perché ci sono cose, come scrivevo in uno dei primi post, che appartengono solo a noi.

Ecco che ritorna la possessione della gelosia dei miei pensieri, che solo da poco condivido in un blog.
E poi c'e sempre la questione di me devota ma senza costanza,che non ha ben preciso nella mente per quanto ancora questo blog andrà avanti.
Un nuovo viaggio, breve ma intenso, mi attende in vari non luoghi che non ho ben inteso, ancora.
Una volta in un testo critico, per un artista di talmente poca importanza tanto da non ricordarne il nome, scrissi : si sa di aver vissuto e questo basta. 
Questa frase, forse potrebbe erigersi a leitmotiv del mio blog, come fosse la voce suadente di Edith Piaf che ne fa da colonna sonora. Anche se Nina Simone, oggi mi ispira di piú.
Ho sempre avuto gusti musicali retrò... Me ne accorsi quella notte di tanti anni fa a New Orleans, preferivo le calde note del jazz piuttosto che le varie discoteche tutte bum bum bum e poco spirito. A tredici anni, per il mio compleanno, mi regalarono un cd di un cantante che piaceva tanto agli adolescenti, piansi perché avevano deluso le mie aspettative, ma non tutto era perduto.. Riuscí a cambiarlo con qualcosa che volevo davvero, il cd One dei Beatles .. Cantavo Yellow Submarine e Yestarday e sognavo Eleonor Rigby e Penny Lane in un tripudio di Let it be and All u need is love ... 
Hanno sempre sbagliato a farmi i regali, specialmente gli uomini. Come se i miei gusti classici ,ma non troppo, non siano evidenti. Ti regalano certi indumenti sintetici e senza grazia,che mia madre nemmeno ai tempi della tanto odiata pubertà mi avrebbe permesso di indossare.
Ma in un blog che dovrebbe parlare d'arte, queste parole in libertà non hanno molto senso. Sono un dada, un non sense..
E vedi che torna l'arte!!
Non ricordo dove,avevo letto che l'arte è una velleità! Che piacevole velleità la mia, mi compiaccio continuamente di me stessa senza un vero motivo... Cosí,sono anche tanto vanitosa che quasi quasi  scivolo nel peccato.. Ma la penso alla maniera di Caravaggio, e tutti i miei peccati sono mortali.
Lo lessi in un libro proprio sulle scorribande del Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, il cui titolo era : "Tutti i miei peccati sono mortali" .
Un titolo adeguato, per lui il Re del Barocco, in una Roma tanto santa,tanto corrotta, in un eterno valzer di santità e promiscuità.
A dire il vero non ho un ricordo vivo di quel libro.. Ricordo che arrossivo alla lettura di certi aneddoti e pensavo a  PierPaolo Pasolini, ai suoi ragazzi di vita e alla sua di Roma, città carnale sempre, ma di un nuovo secolo.
Una Roma piena di contraddizioni in cui peccati e opere pie si confondono sino a diventare un unica cosa : opere d'arte.
Non posso dirvi di leggere il libro di cui sopra, ne ricordo a malapena  qualche capitolo, ma vi posso dire che se vi volete annoiare a morte potete leggere Caravaggio di Berenson, sarà pure bello tutto il resto che ha scritto, ma io proprio non sono riuscita a completarli gli ultimi capitoli. Una noia mortale che non mi capitava dai tempi del Liceo, pensare invece quanto amai :
"Bernard Berenson, Roberto Longhi,Lettere e scartafacci".
Un giovane impetuoso Roberto Longhi, che scrive a, quello che allora era già un mito tra gli storici dell'arte, Bernard Berenson, con quella foga e quella passione che solo a ventanni si é capace di avere.
Uno scambio di lettere che é un duello, un'amicizia mai nata, interrotta e schiacciata da quell'assurda, inesistente rivalità; solo la guerra  attenuerà i toni, ma durerà poco, meno di un soffio di vento.
Il carteggio si interrompe e ogni scartafaccio non ha più ragion d'essere, dura il necessario per regalarci un idillio senza idillio, tra seduttori della mente.







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